14 Marzo 2021
Il Nero di Troia

Le peculiarità del Nero di Troia

Quando si parla di Nero di Troia si fa riferimento ad vitigno pugliese, la cui origine è fatta risalire alla cittadina di Troia, nel foggiano, ma che, ad oggi, non ha ancora un luogo d’esordio storico accertato.

La sua coltivazione si estende ampiamente su tutto il territorio pugliese, nonostante la sua produzione in purezza sia cominciata solo qualche decennio fa.

L’uva che dà vita a questo vino è un vitigno a bacca nera, dagli acini carnosi, dalla buccia spessa e consistente, di colore tendente al violaceo. È proprio questo caratteristico colore che rende il vino di un inimitabile rosso rubino intenso, con riflessi violetti. Di qui la su denominazione come Nero di Troia.

L’uva di Troia rende un vino di un’ottima consistenza, strutturato e avvolgente.
Il vino che si ottiene si contraddistingue per avere una base speziata con sentori di pepe nero e accenni di garofano. Il ritorno fruttato, di more, ciliegie e prugne, lo rende un vino inteso ed equilibrato, mentre mantiene una componente secca e fresca.

Il Nero di Troia arriva a maturazione agli inizi di ottobre ed è leggermente più fine e sottile rispetto al Primitivo e al Negramaro, tipici anche loro del territorio pugliese.

Il Nero di Troia si contraddistingue per essere un vino giovane, ma che si è già affermato come varietà eccezionale ed elegante, predisposto a sempre nuove soluzioni stilistiche.

Le origini del vitigno Nero di Troia

L’Uva di Troia si è imposta come terzo grande vitigno autoctono e storico della Puglia.
Le origini di questa varietà non sono ancora state definite con certezza, e sono per lo più legate al territorio in cui viene coltivata.

Sulla sua storia si è costituita un’antica leggenda legata ai racconti di Omero, il quale affida all’eroe greco Diomede, sbarcato tra le mura della città di Troia, la prima coltivazione di questo speciale vitigno.

D’altro canto, sul piano storico invece, si affida la costituzione dei primi vitigni alle popolazioni indigene dei Dauni e Peuceti, che, prima della colonizzazione ellenica del territorio pugliese, avevano già dato vita alla coltivazione di questa particolare uva, su tutto il territorio foggiano.

Ipotesi più semplicistica e non ancora accertata, vuole invece l’attribuzione del nome Uva di Troia dalla corrispettiva cittadina di Troia, in Puglia.
Oppure, ulteriori rilevamenti, hanno dato credito alla denominazione di provenienza albanese, dalla città di Kruja o Cruja o dalla regione galizio-catalana della Rioja.A prescindere dall’origine del nome e dei primi luoghi di coltivazione, esso compare per la prima volta nel 1875 dei documenti ufficiali, riportanti la firma del professor Frojo, direttore della Cantina Sperimentale di Barletta.

La diffusione sul territorio e l’incremento della produzione del Nero di Troia si deve però ai marchesi D’Avalos, e solo recentemente, è stato riconosciuto con un proprio processo di vinificazione in purezza, che ne ha permesso l’immissione in un mercato vinicolo di pregio.

Luoghi di produzione del Nero di Troia

L’Uva di Troia è presente per lo più nella zona centro-settentrionale della Puglia, e ne occupa circa il 2,5% della produzione.
Ampia diffusione si ha nelle zone delle provincie tra Andria Barletta e Trani, ma grande presenza di vitigni è rilevata anche nella zona della cosiddetta Capitanata.

L’Uva di Troia rappresenta un vitigno di estrema rilevanza a livello commerciale e d’immagine per l’intera regione pugliese, in quanto si costituisce non solo come uno tra i vitigni di più antica tradizione ma anche tra quelli più caratteristici e peculiari di cui la Puglia dispone.

I processi di vinificazione del Nero di Troia

Dalla caratteristica maturazione definita tardiva, Il Nero di Troia, matura tra fine settembre e inizio ottobre. La sua vendemmia si tiene alla fine del periodo estivo, ed è effettuata con estrema cura.
I grappoli hanno bisogno di un periodo di maturazione di circa 15 giorni in contenitori di acciaio inossidabile di grandi dimensioni. Successivamente, il prodotto ottenuto, viene travasato in apposite bottiglie, in cui riposa per diversi mesi.

Ultimamente si stanno svolgendo sperimentali metodi di lavorazione per riuscire ad esaltarne ancor di più l’intrinseca fruttuosità e per ammorbidirne i tannini, e garantire un giusto riconoscimento a questa varietà di vitigno straordinaria.

 

La degustazione del Nero di Troia

Il Nero di Troia ha all’aspetto un colore rosso rubino intenso, con tratti violacei dati dalla colorazione della stessa uva, e una presenza di tannini dolci e raffinati, che si ingentiliscono ancor di più con l’invecchiamento.
Questo vino si presenta con un carattere consistente e rotondo, sarà quindi premura necessaria la sua apertura in tempi anticipati rispetto all’avvento della degustazione dello stesso.

Il Nero di Troia è consigliabile servirlo ad una temperatura compresa tra i 18° e i 20° gradi, e per assaporarlo al meglio, andrebbe servito in bicchieri ampi da vini rossi oppure in baloon.

Il Nero di Troia si contraddistingue per le sue proprietà organolettiche uniche, che lo rendono inconfondibile.
Il suo profumo è intenso e fruttato, con sentori di frutta rossa, con una dominante di prugna matura, a cui si accompagnano note speziate e aromi non troppo intensi.
Al palato, il Nero di Troia, si riconosce subito per un livello alcolico abbastanza importante, ma che si sposa perfettamente con la sua struttura ampia, dinamica e alla sua vena sapida.

Bottiglia e calice di vino Nero di troia di Cantine Spelonga

 

I riconoscimenti ottenuti dal Nero di Troia

Nel 1970, il Nero di Troia viene per la prima volta riconosciuto come Varietà di Uva Nera da vino con D.M.A.F..
Nel 2011, ottiene il riconoscimento della DOC Tavoliere delle Puglie.
Nel 2012, si costituisce un Consorzio adibito alla valorizzazione e tutela del vitigno e del territorio in cui viene coltivato.
Negli ultimi vent’anni il Nero di Troia è riuscito ad imporsi come vino contraddistinto dall’alto valore autoctono per la Puglia, ed ha ottenuto grandi investimenti rivolti ad una sua produzione in purezza che lo ha fatto emergere come un vino di pregio e qualità.

Ad oggi, il Nero di Troia ha ottenuto la dedica di due Docg: Castel del Monte Nero di Troia Riserva e Castel del Monte Rosso Riserva.

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